Fincantieri Castellammare, iniziata la costruzione di parti di navi per la Marina militare francese

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È tutta Made in Campania la grande prova generale di intesa tra Fincantieri e i Cantieri francesi dell’Atlantico. Con il taglio della prima lamiera nello stabilimento di Castellammare di Stabia, infatti, è iniziata la costruzione delle quattro sezioni di prua per altrettante navi della Marina militare francese. Insomma quello che è il sogno di Giuseppe Bono, ad di Fincantieri, di avere un solo grande polo cantieristico in Europa, quello appunto tra Italia e Francia, comincia a prendere forma. Per ora solo navi militari, ma il futuro potrebbe essere molto più ampio se, finalmente, dall’Europa arriverà il via libera per una ampia intesa che potrà fare solo del bene alla costruzione navale europea.

I due colossi, Fincantieri e Chantiers de l’Atlantique, mettono insieme il meglio della tecnologia: insieme possono fronteggiare con più forza e determinazione la concorrenza asiatica che si fa sempre più spregiudicata. E allora ben venga questa prima grande collaborazione iniziata tecnicamente proprio a Castellammare di Stabia dove ha avuto inizio, con il taglio della prima lamiera, la costruzione delle quattro sezioni di prua per altrettante unità di supporto logistico Lss (Logistic Support Ship) ordinate a Fincantieri dai Chantiers de l’Atlantique. Un ordine che si inquadra nell’ambito del programma Flotlog (Flotte logistique).

I quattro blocchi di prua saranno consegnati tra il 2021 e il 2027 e saranno assemblati agli altri tronconi delle navi realizzati in riva alla Loira, a Saint Nazaire, in Francia, dove si costruiscono quattro navi di supporto logistico (Lss) per la Marina francese. Da Fincantieri fanno sapere che “la collaborazione italo-francese rientra nel consorzio temporaneo formato da Chantiers de l’Atlantique e Naval Group nell’ambito del programma franco-italiano Lss guidato da Occar (Organizzazione per la cooperazione congiunta in materia di armamenti) per conto di Dga, la direzione generale per gli armamenti francese, e della sua controparte italiana Navarm”.

Il progetto Lss è una parte rilevante anche del programma pluriennale per il rinnovamento della flotta della Marina Militare Italiana. Si tratta di un programma che prevede un massiccio impiego di tecnologie avanzate: l’obiettivo, infatti, è un altissimo livello di innovazione capace di rendere queste nuove unità estremamente flessibili, capaci cioè di intervenire in diversi profili di utilizzo con un elevato grado di efficienza. “La Lss – sottolinea Fincantieri – coniuga, infatti, la capacità di trasporto al trasferimento ad altre unità navali di carichi liquidi (gasolio, combustibile avio, acqua dolce) e solidi (parti di rispetto, viveri e munizioni)”. Come si vede, dunque, si tratta di navi flessibili adatte a svolgere missioni diverse a seconda dalle esigenze che di volta in volta si manifestano.

Vale giusto la pena ricordare che Fincantieri oltre a essere leader nella progettazione e costruzione di navi da crociera è operatore di riferimento in tutti i settori della navalmeccanica ad alta tecnologia, dalle navi militari all’offshore e navi speciali, dai traghetti a elevata complessità ai mega-yacht, nonché nelle riparazioni e trasformazioni navali, nella produzione di sistemi e componenti nei settori meccanico ed elettrico, nelle soluzioni di arredamento navale, nei sistemi elettronici e software, nelle infrastrutture e nelle opere marittime e nell’offerta di servizi di supporto post vendita. Con oltre 230 anni di storia e più di 7.000 navi costruite, Fincantieri ha sempre mantenuto in Italia il suo centro direzionale, nonché tutte le competenze ingegneristiche e produttive che caratterizzano il proprio know-how distintivo.

Fincantieri ha oggi 8.900 dipendenti diretti e un indotto che impiega quasi 50mila addetti solo in Italia. La corazzata con al timone Giuseppe Bono ha saputo valorizzare una capacità produttiva frazionata su più cantieri facendone un punto di forza: non a caso è riuscita ad acquisire il più ampio portafoglio di clienti e di prodotti nel settore delle crociere sfidando spesso e volentieri, proprio i cantieri francesi. È evidente, quindi, che la visione di un solo polo cantieristico italo-francese, ora che l’impianto di Saint Nazaire è stato lasciato dai coreani, aprirebbe prospettive completamente nuove per il mercato delle costruzioni navali europee.

di Antonino Pane da Il Mattino

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