Festa a Vico Equense per le nozze di diamante di Giacomo e Titina Scala

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VICO EQUENSE. Titina Aiello e Giacomo Scala hanno festeggiato oggi il sessantesimo anniversario del loro matrimonio, le nozze di diamante. L’ennesima tappa di un lungo itinerario di felice condivisione sulla scia dei fiori d’arancio sbocciati in quel giorno di agosto del 1959. Due terzi di una intera vita trascorsa insieme. Giacomo ha 95 anni, Titina 86. Entrambi di Montechiaro, borgo collinare di Vico Equense, erano giovani e pieni di sogni quando pronunciarono quel fatidico sì, alimentato di quei principi sani che decisero di condividerle insieme. La vita matrimoniale laboriosa ha generato sacrifici e gioie alla coppia.

Giacomo Scala e Titina Aiello hanno sempre vissuto a Montechiaro, lui diviso tra il lavoro nei campi e la bottega del paese, lei casalinga, ma non solo per sostenere le aspettative di cinque figli: Ciro, Giustina, Luciano, Luigia e Giampiero, che a loro volta, hanno alimentato la famiglia con dieci nipoti.

Giacomo Scala ha raccolto in un libro le sue esperienze di vita “Quei giorni dell’età innocente”. Il volume, edito da Edizione Feeria–Comunità di San Leolino, con la prefazione di Carmelo Mezzasalma, scrittore e critico letterario, propone una riflessione dell’autore sul senso della vita attraverso l’esperienza devastante degli anni della guerra, riproponendo una riflessione anche per i nostri tempi moderni, dove il senso di onnipotenza e di delirio della società consumistica innesta nelle nuove generazioni, figlie del benessere, desideri che sembrano non lasciare loro alcuno scampo.

Ho avuto il privilegio di coordinare la presentazione del libro, ospitata il 29 dicembre 2014 nella Sala polifunzionale del complesso monumentale della Santissima Trinità e Paradiso. Nella prefazione le motivazioni che hanno condotto l’autore a scrivere il suo libro, di natura diaristica e, quindi, autobiografica: “il racconto diventa scrittura di sé, quasi un vivere la struggente passione di voler lasciare traccia di noi a chi verrà dopo di noi”.

La riflessione dell’allora giovane autore che vive la guerra e le sue devastazioni, diventa l’occasione nella presentazione del libro e, lo spunto, per i giovani di oggi, di fermarsi e scegliere la direzione giusta per il proprio cammino di vita; la possibilità di credere ancora in un futuro possibile e vivibile a misura di uomo seguendo sentimenti profondi, ancora e, per fortuna, radicati nelle nostre terre e che generazioni di adulti “un po’ in là” con gli anni, tentano con perseveranza e tenacia, navigando contro corrente, di trasmettere fortemente, come accade in questo libro da parte dell’autore. Giacomo Scala, attraverso il suo racconto, in un libro sentito e partecipato, si è messo in gioco per essere “memoria” viva e traccia di un passato che dovremmo fortemente non volere più che si ripeta.

di Antonino Siniscalchi

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