Al Premio Agnes di Sorrento si discute di femminicidi e fake news

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SORRENTO. Il premio internazionale di giornalismo “Biagio Agnes”, che torna a Sorrento con la sua nona edizione da domani, venerdì 23 giugno, a domenica 25, sarà come sempre occasione per trattare temi di stringente attualità prima di insignire i premiati del 2017 nello scenario di Marina Grande, sabato sera. La cerimonia di premiazione sarà infatti preceduta da due dibattiti su due temi “caldi” del momento: le fake news (le false notizie) e il femminicidio, che saranno entrambi affrontati in tutte le loro molteplici sfaccettature grazie ad esperti del settore.

Il primo convegno, che aprirà ufficialmente i lavori del premio “Biagio Agnes 2017”, è previsto venerdì 23 giugno alle ore 17 nella sala consiliare del Comune di Sorrento e avrà come titolo “Libertà di informazione. Fake news e post verità”. A parlare del dilagante fenomeno delle “bufale mediatiche”, delle false notizie, rovescio della medaglia della libertà di accesso ai nuovi media e della democratizzazione dell’informazione, saranno esperti di comunicazione e di politica: Antonello Giacomelli (sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni), Virman Cusenza (direttore de “Il Messaggero”), Antonio Martusciello (commissario Agcom) e Giorgio Mulè (direttore del settimanale “Panorama”). A moderare l’incontro, Emilio Albertario, caporedattore centrale di Rai Due.

I relatori, traendo spunto da un’analisi storica del fenomeno e dalle loro esperienze professionali, proveranno a fare chiarezza in uno scenario dove la libertà di accesso ai nuovi media ha creato nuovi protagonisti nella produzione di notizie, per cui la responsabilità del giornalista resta centrale, anzi aumenta, nel discernere e verificare le fonti per produrre a sua volta notizie attendibili. Un tema, quello delle false notizie, che ha dominato anche l’ultima campagna elettorale americana, in cui il Repubblicano Donald Trump ha accusato a più riprese la stampa di costruire false informazioni sulla sua figura per avvantaggiare la rivale democratica Hillary Clinton.

“Il tema delle false notizie – spiega Simona Agnes, presidente della Fondazione che organizza il premio – è un problema che oggi travolge tutti noi visto che ciascuno può inserire contenuti grazie alla semplicità di accesso garantita dalle piattaforme digitali. Ho scelto di accendere i riflettori su questo tema dopo che è stato portato alla ribalta dallo stesso New York Times che, mesi fa, ha realizzato una campagna basata sullo slogan “La verità oggi è più importante che mai””.

Altro tema, purtroppo sempre attuale, è quello del femminicidio che sarà trattato nel convegno che, sabato pomeriggio, precederà la cerimonia di premiazione. Alle ore 17:30, nella sala consiliare del Comune di Sorrento, si terrà infatti un secondo dibattito dal titolo “Femminicidio senza fine. Aumentano i casi in Italia” per porre l’accento sulle continue violenze di cui sono vittime le donne.

All’incontro, moderato dal giornalista e scrittore Duilio Giammaria, parteciperanno il magistrato Simonetta Matone, la criminologa Roberta Bruzzone, il professore Guglielmo Gulotta, il presidente dell’Osservatorio Regionale sulla Violenza di genere, Rosaria Bruno, e Giovanna Ferrari, madre di una vittima. “Dopo la scorsa edizione – conclude Simona Agnes – ho voluto fortemente riproporre un convegno sul tema del femminicidio a cui, per la prima volta, contribuiranno anche testimonianze di vita vissuta grazie alla partecipazione di familiari che hanno vissuto questo dramma in prima linea. Purtroppo i casi in Italia sono in aumento, è un tema doloroso che va affrontato perché non se ne parla mai abbastanza”.

La cruda realtà è contenuta nei numeri. Stando ai dati Istat, negli ultimi 10 anni sono state assassinate in Italia 1740 donne. Nel 72 per cento dei casi il delitto si è consumato in ambito familiare. Dal primo gennaio 2017 a oggi sarebbero almeno 20 le donne uccise per mano maschile: una media di una vittima ogni tre giorni. Sentimenti come gelosia e brama di possesso sono tra i moventi principali che armano le mani del carnefice.

Il Nord detiene il triste primato con il 53 per cento dei femminicidi, seguono il Sud con il 26 e il Centro Italia con il 19 per cento. L’età media delle vittime è di 50,8 anni, dai 16 ai 70 anni. All’origine di questi delitti vi è lo squilibrio tra le posizioni dell’uomo e della donna, con il primo che, perdendo il ruolo di supremazia, agisce facendo del male a quello che considera un oggetto di proprietà e non una persona. Secondo gli esperti, serve una rivoluzione culturale per superare la dicotomia uomo/donna e farli incontrare sul terreno del dialogo.

I relatori, analizzando casi specifici, offriranno una visione d’insieme sul fenomeno da un punto di vista giuridico, culturale e sociale. Le varie componenti, partendo dalle esperienze dei loro campi professionali, cercheranno di dare una interpretazione del fenomeno e una possibile soluzione o strategia per diminuire le morti.

di Claudia Esposito

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