Nessuna offerta pubblica, Isca l’isola di Eduardo De Filippo passa ai privati

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Niente da fare. Si chiude definitivamente la partita per la proprietà Isca, l’isola che fu di Eduardo De Filippo e poi di suo figlio Luca prima di essere venduta dagli eredi di quest’ultimo ai titolari dell’Antica Sartoria di Positano. Compravendita perfezionata già un anno fa, salvo essere messa in discussione lo scorso settembre dalla decisione della Soprintendenza di Napoli e provincia di appone il vincolo storico-artistico ed archeologico.

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Occasione per riaprire i giochi e tentare di rendere l’isolotto un bene pubblico. Ma nessuno degli enti ai quali il sindaco di Massa Lubrense – Comune nelle cui acque sorge l’isolotto – Lorenzo Balducelli si è rivolto ha voluto mettere sul piatto gli oltre 10 milioni di euro necessari a far valere il diritto di prelazione e strappare dalle mani di Giacomo Cinque e Riccardo Ruggiti il buen retiro di Eduardo De Filippo.

Un piccolo angolo di paradiso di circa 30mila metri quadrati, sul quale sorgono una casa ed altre strutture. Per acquistarlo i due imprenditori della moda presentano un’offerta di circa 10 milioni e 300mila euro. L’Area marina protetta di Punta Campanella ed il Comune di Massa Lubrense cercano di far valere la prelazione. Si può fare per l’Isca ricade in zona B del Parco, quella a tutela generale.

Grazie alla locale sezione dell’Archeoclub viene inviato un corposo dossier al ministero della Transizione ecologica per documentare l’importanza storica, archeologica, ambientale e naturalistica dell’isola sulla quale sono presenti i resti di una antica villa romana, oltre ad ospitare una grande grotta sottomarina ed essere punto di nidificazione del gabbiano corso, una specie protetta. Scendono in campo anche associazioni territoriali ed ambientaliste. Ma dal ministero fanno sapere che non hanno la possibilità di stanziare la somma necessaria all’acquisto.

Lo scorso gennaio scadono i termini per far valere la prelazione. Poi a settembre la svolta quando la Soprintendenza appone il vincolo sull’isola. In base al Codice dei Beni Culturali, il ministero, ma anche gli enti territoriali come Regione Campania, Città metropolitana di Napoli e Comune di Massa Lubrense possono di nuovo esercitare il diritto di prelazione. Hanno 60 giorni di tempo.

Il sindaco Balducelli torna alla carica. Il suo Comune non dispone delle risorse necessarie. Scrive allora all’ex ministro Dario Franceschini, al governatore Vincenzo De Luca ed al sindaco metropolitano Gaetano Manfredi chiedendo in modo accorato che l’Isca, l’Isola di Eduardo De Filippo, possa essere “annoverata tra i beni pubblici, patrimonio non solo di Massa Lubrense, ma dell’Italia e del mondo intero”. Appello che non sortisce effetto. Nessuna delle istituzioni interpellate, fanno sapere dal Comune di Massa Lubrense, ha risposto.

Ormai i giochi sono fatti e l’Isca può considerarsi di proprietà del duo Cinque Ruggiti. Imprenditori che si dicono comunque intenzionati a rispettare i tesori ambientali e storici custoditi dall’isola.

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