Al via il processo per la truffa alla filiale di Seiano del Monte Paschi

Tribunale

VICO EQUENSE. E’ cominciato ieri, con la costituzione, delle parti civili, il procedimento giudiziario per la truffa milionaria ai danni di 70 clienti della banca Monte Paschi di Siena. Davanti al giudice monocratico del Tribunale di Torre Annunziata, Emanuela Cozzitorto, si sono costituite 50 delle 70 vittime del raggiro perpetrato, secondo l’accusa, dal direttore dello sportello bancario di Seiano, Alfonso Turci, unico imputato a processo con rito ordinario e dal faccendiere Raffaele De Gennaro, che ha già patteggiato un anno e otto mesi di pena.

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Al termine delle attività investigative coordinate dal pm Silvio Pavia della Procura di Torre Annunziata, erano finite nel mirino dell’accusa 4 persone: insieme ad Alfonso Turci e Raffaele De Gennaro (rispettivamente di 48 e 55 anni), c’erano anche due stabiesi, la vicedirettrice 40enne Luciana Izzo e il cassiere Luigi Iovino, di 29 anni, entrambi completamente scagionati dalle accuse di truffa, falso, ricettazione e violazione delle norme bancarie.

Di questi reati è ora chiamato a rispondere il solo Turci, finito a processo per un raggiro da oltre un milione di euro messo in atto tra il 2008 e il 2010 in danno a 70 risparmiatori della penisola sorrentina, 65 dei quali vittime inconsapevoli e titolari di conti correnti aperti a loro insaputa.

Secondo l’accusa, infatti, con la complicità del direttore Turci e promettendo ottimi guadagni, De Gennaro procacciava clienti, i quali fornivano documenti e autorizzazioni utilizzati per l’apertura di conti correnti presso la filiale di Seiano della Monte Paschi. A quel punto alle vittime venivano concessi dei fidi bancari, ovvero degli scoperti, fino a 9mila euro che duravano meno di 90 giorni così da evitare ispezioni dalla sede centrale, mentre Turci e De Gennaro riuscivano a spostare, versare e prelevare ingenti somme, e persino ad ottenere prestiti con documenti falsi. Il tutto, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, sarebbe avvenuto senza che i clienti sapessero nulla. Questo sistema avrebbe fruttato ai truffatori oltre un milione di euro, lasciando in rosso gran parte dei conti di quei 70 risparmiatori, tutti residenti tra Vico Equense e Meta.

Tra le vittime della truffa milionaria ci sono anche disoccupati, nullatenenti e addirittura detenuti che si trovavano ad essere assegnatari di un prestito mai richiesto per coprire un buco su un conto corrente mai aperto e già in rosso per circa 9mila euro. Una truffa quasi perfetta, per la quale la Procura oplontina aprì un fascicolo d’inchiesta che assunse subito grosse proporzioni, ascoltando un centinaio di testimoni e riconoscendo come parte offesa 70 clienti della filiale vicana della Monte Paschi.

Adesso, però, con l’ammissione delle parti civili da parte del tribunale di Torre Annunziata, comincia il processo che porterà all’escussione di decine di testimoni, molti dei quali avevano rischiato di finire nel registro degli indagati poiché avevano ammesso di aver fornito documenti a De Gennaro, ma per usufruire di altri servizi finanziari.

Se si è arrivati a processo, però, è anche perché l’obiettivo dei clienti è il risarcimento del danno. E non solo: “Chiediamo che la Monte Paschi riconosca l’annullamento della passività” afferma l’avvocato Luigi Alfano, legale difensore di 20 truffati, gran parte nullatenenti e indigenti. Per ottenere questo risultato, il penalista ha chiesto ufficialmente al Tribunale la citazione di Monte Paschi come responsabile civile accanto a Turci, richiesta sulla quale si discuterà nella prossima udienza fissata per l’11 novembre. Inoltre, l’avvocato Alfano ha inviato una lettera alla Banca d’Italia per spiegare la situazione di difficoltà in cui si trovano i suoi assistiti.

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