META. Per la prima volta nell’aula del cinema “Moderno” di Grosseto, l’ex comandante della Concordia ha dichiarato: “Nel momento in cui ho chiesto al timoniere di mettere i timoni a sinistra, l’errore è stato di non farlo, in quel momento la nave aveva un’accelerazione a destra. Se non ci fosse stato l’errore del timoniere, – prosegue Schettino – di non posizionare i timoni a sinistra, ovvero l’errore di scontrarsi, cioè di evitare la derapata, non ci sarebbe stato quello schiaffo”.
Un commento con cui non è stato d’accordo Giuseppe Cavo Dragone, capo dei periti del gip che nel 2012 si occuparono dell’incidente probatorio sulla Concordia: “Il timoniere ritardò la manovra di 13 secondi, ma l’impatto ci sarebbe stato ugualmente’”.
In una seconda dichiarazione Schettino è tornato a insistere su questo punto: “Volevo ridurre la velocità angolare della poppa della Costa Concordia rispetto alla rotazione, ottenendo quindi una contro-rotazione, forse con un impatto più verso prua, certo con meno rotazione a destra. Addirittura se la nave si fosse fermata passava via liscia. Ma la manovra errata non lo permise”.
E’ un argomento che l’ex comandante ha cavalcato fin dai giorni successivi il naufragio: “Mettere il timone a sinistra significava mettere velocità angolare della prua quindi l’avanzo sarebbe stato privilegiato rispetto al moto rotatorio” verso destra, che la faceva scodare di poppa verso la prua. Insomma Schettino, secondo quanto ha spiegato in aula, voleva allineare la nave agli scogli per evitare o attenuare l’impatto. Ma il comando mal eseguito avrebbe vanificato l’intenzione.
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