Rifacimento di via Mirto, segnalazione del Wwf

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VICO EQUENSE. Un cantiere è attivo nella zona collinare al confine con Meta. I lavori riguarderebbero il rifacimento di un’antico sentiero che attraversava la zona. Opere che, secondo gli ambientalisti, non rispetterebbero le prescrizioni del Piano urbanistico territoriale. Da ciò la denuncia, con allegato un ampio dossier fotografico, del Wwf Terre del Tirreno che riportiamo di seguito:

“Il Wwf Terre del Tirreno ha denunciato l’ennesima grave trasformazione del territorio di Vico Equense. Stavolta preso di mira dal “progresso in cemento armato” è stato un tratto significativo dell’antica Via Minervia, nel tracciato denominato via Mirto, dove attualmente la manomissione è in atto.

I lavori, in celere stato di avanzamento, stanno interessando un’antichissima mulattiera denominata via Mirto (anticamente detta Mortula come ci ricorda Gaspare Adinolfi nella sua Guida ai sentieri “Itinerari storico-naturalistici ad Arola” – PasseggiArte 2005), una pedonale che conduce in “cinque minuti” fino al sagrato della chiesa di Santa Maria delle Grazie ad Alberi.

Di tale tratturo (parrebbe in uso fino agli anni ‘40/50 del 1900) affiorano tracce dell’antica pavimentazione (presumibilmente risultante dall’appropriata combinazione di pietra calcarea, ai margini, e pietra arenaria, al centro) in ristrettissimi segmenti in cui l’alterazione selvaggia dello stato dei luoghi è stata nel tempo meno devastante.

Quello che invece sopravvive con dignità all’incuria e agli scempi è un’enorme cisterna che, di primo acchito, pare una casa fortificata, dotata com’è di marcapiano in pietra tufo; in realtà si tratta di una cisterna deputata ad accogliere le acque vernotiche del rivo Mirto. Asservita alla villa ubicata poco più a valle, essa veniva periodicamente manutenuta, specie all’interno (ambiente voltato nel quale si poteva tranquillamente “navigare” a bordo di una barchetta). Seguendo ancora via Mirto s’incontra, poche decine di metri più a monte della cisterna, discosto di circa 6 metri a W del sentiero che fiancheggia il rivolo, un interessantissimo cippo di pietra calcarea, probabilmente un miliario della Via Minervia, o un’antico cippo segna confine tra lotti terrieri.

I lavori edili in corso d’opera stanno di fatto comportando una sostanziale e drastica modifica dello stato dei luoghi con sbancamento di terreno effettuato con mezzi pesanti, distruzione della vegetazione arborea ed arbustiva e realizzazione di una strada carrabile ex-novo tramite allargamento e cementificazione del tracciato preesistente, nei pressi di un rivo vernotico habitat per preziosi anfibi.

Al margine della nuova carreggiata è stata, infine, allocata una orribile ringhiera, con staffe in acciaio o lega ferrosa e tubolari, riproponendo analoghi materiali che, sebbene estranei alle tipologie previste dal Put, ritroviamo anche in molti altri interventi eseguiti in altrettante strade rurali dello stesso Comune. Ci si chiede chi e come abbia potuto autorizzare tale scempio?”.

Considerato che sul cantiere non appare affissa o visibile alcuna tabella come previsto dalla legge; l’intero territorio del Comune di Vico Equense è stato dichiarato di notevole interesse paesaggistico e ricade nell’ambito di efficacia del Put per l’Area Sorrentino-Amalfitana statuito con la L.R. n. 35/87; l’area oggetto dei lavori si trova nei pressi di un rivo in zona classificata dal Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino Regionale Campania Centrale a Pericolosità molto elevata (P4) ed a Rischio elevato (R3) e molto elevato (R4); il Wwf ha chiesto un urgente intervento atto ad accertare la legittimità di tutte le opere realizzate o in corso di realizzazione nel sito in questione”.

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