Processo Concordia, la Procura chiede 27 anni per Schettino

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Undici anni in più rispetto alla condanna stabilita in primo grado. Non poteva iniziare peggio il processo d’appello per Francesco Schettino, l’ex comandante della Costa Concordia naufragata sugli scogli antistanti l’isola del Giglio il 13 gennaio 2012 provocando la morte di 32 passeggeri, tra i quali una bambina, e il ferimento di decine di altri.

Nella prima udienza il procuratore generale, Francesco Ferrucci, ha chiesto la condanna di Schettino (che era assente in aula) a 27 anni di reclusione e tre mesi di arresto, undici di più rispetto ai 16 anni inflitti in primo grado. Una pena, persino più pesante di un anno rispetto a quella che il pm aveva chiesto in primo grado (26 anni) e che fu abbondantemente scontata nella sentenza del Tribunale.

L’ex comandante è stato informato telefonicamente dai suoi avvocati che peraltro, almeno in parte, non sono più quelli scelti dall’imputato nella fase istruttoria e nel processo in corte d’assise a Grosseto. Nella requisitoria il pg, coadiuvato dal pm di Grosseto “applicato al processo” Alessandro Leopizzi, ha respinto tutte le richieste dei legali di Schettino. E ha tentato di smontare l’impianto difensivo (che punta a testimonianze dibattimentali), negando a priori la possibilità che ci fossero delle corresponsabilità nel naufragio.

Respinta anche la richiesta di un confronto tra Schettino e Ciro Ambrosio, l’ufficiale di guardia la notte del naufragio. “Non si dica che la colpa è dell’ufficiale di guardia Ciro Ambrosio che sostituiva al comando Schettino che era a cena”, ha detto Leopizzi. “D’Ambrosio ha alcune colpe e per questo ha patteggiato, ma il ruolo dominante va adeguatamente sanzionato in termini di pena e dunque le colpe di Schettino non si cancellano”. “Non conosco il napoletano, ma dico che Ccà nisciuno è fesso”, ha chiosato il sostituto pg di Firenze, Giancarlo Ferrucci.

Da qui la richiesta di 27 anni di reclusione e tre mesi di arresto. L’accusa ha detto d’essere assolutamente contraria a riascoltare in aula il cartografo Simone Canessa, gli ufficiali Ciro Ambrosio e Silvia Coronica e il timoniere Jacob Rusli Bin. Ma come si arriva ai 27 anni chiesti per la condanna? Il procuratore generale ha spiegato che 9 anni di reclusione sono per il naufragio colposo (contro i 5 anni decisi in primo grado); 15 anni (dieci nel primo processo) per omicidio colposo plurimo e lesioni plurime colpose, compresa l’aggravante di colpa cosciente che in primo grado non era stata accordata; 3 anni (e non uno) per abbandono di persone incapaci a bordo della nave; e tre mesi per false informazioni alla Capitaneria di Porto.

Nel frattempo si ipotizza che l’assenza di Schettino in aula potrebbe continuare anche per tutte le altre udienze. “Schettino non è presente perché auspica che il processo torni a essere quello che deve essere con al centro dell’attenzione la ricerca della verità e non l’analisi della sua persona. Ma ci sarà se lo chiederà la Corte”, ha spiegato l’avvocato Saverio Senese. Durante l’appello si discuterà anche di due temi considerati dalle parti civili fondamentali: quello del funzionamento dei sistemi di emergenza della nave e della presunta tolleranza agli “inchini”, cioè ai saluti che le navi facevano avvicinandosi alla costa.

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