È attesa per oggi la decisione sulla possibile chiusura del reparto di Rianimazione dell’ospedale di Sorrento. Possibile sospensione del servizio legata alla mancanza di anestesisti. Per questo la dirigente responsabile dell’unità operativa, Matilde De Falco, ha inviato una nota al direttore sanitario degli Ospedali Riuniti della Penisola Sorrentina e per conoscenza al direttore generale ed a quello amministrativo dell’Asl Napoli 3-Sud, per informarli della necessità di sospendere il servizio.
Il Tribunale per i diritti del Malato si è immediatamente attivato contando sulla mobilitazione di tutta la penisola sorrentina. “Siamo stufi – ha detto Giuseppe Staiano – di vedere solo iniziative a favore dell’ospedale di Nola, evidentemente, i politici hanno un peso diverso”. Un tunnel senza via d’uscita da anni ormai: l’agonia degli ospedali costieri continua e ha interessato vari reparti dei presidi sanitari di Sorrento e Vico Equense. Vale la pena ricordare che in questo momento il De Luca e Rossano si trova con il pronto soccorso chiuso – vengono accolte solo le emergenze di ostetricia e pediatria – poiché i sanitari sono stati temporaneamente trasferiti al Covid Hospital di Boscotrecase ed al pronto soccorso di Sorrento.
Ed ora l’ipotesi dello stop ai ricoveri in Rianimazione che potrebbe avere conseguenze drammatiche per l’assistenza sanitaria pubblica in tutto il territorio della Costiera. Lo si comprende dai contenuti della nota della dottoressa De Falco. “La attuale contingenza di assoluta inadeguatezza nella dotazione di risorse professionali – si legge – non consente la articolazione dei turni dei medici anestesisti rianimatori per le esigenze minime di funzionamento delle postazioni di urgenza/emergenza presso il presidio di Vico Equense, nonché presso il reparto di Rianimazione ed il presidio di Sorrento”.
Le prospettive sono a dir poco allarmanti. La dottoressa De Falco, infatti, stando così le cose, chiede al direttore sanitario di “disporre il blocco dei ricoveri di pazienti presso il reparto di Rianimazione e di attivare ogni possibile procedura per il trasferimento dei pazienti attualmente ricoverati”. Una volta compiuti questi passaggi bisogna poi “ritenere il reparto di Rianimazione di fatto chiuso”.
Ieri pomeriggio, proprio nel tentativo di evitare la chiusura della Rianimazione del Santa Maria della Misericordia, il direttore generale dell’Asl Napoli 3-Sud, Gennaro Sosto, è stato a Sorrento per discutere con i responsabili del presidio sanitario. Al termine dell’incontro si è preso ventiquattr’ore per individuare una soluzione. Il che significa che entro oggi se ne saprà di più.
Nel frattempo il Tribunale per i diritti del Malato è già pronto a salire sulle barricate. “Siamo già pronti a presentare una denuncia per interruzione di pubblico servizio nel caso non si trovi una via d’uscita – mette in chiaro Staiano -. Non è possibile andare avanti tra reparti chiusi ed accorpamenti mentre la gente muore perché non ci sono medici ed infermieri che possano assisterli in maniera adeguata e continuativa. Quello della Rianimazione, infatti, è solo l’ultimo problema emerso, ma qui si combatte da sempre con la cronica carenza di personale. È il caso di ricordare che non si muore solo di coronavirus”.
La possibile chiusura della Rianimazione anima anche il dibattito anche a livello politico. “Il motivo strutturale è la mancanza di anestesisti – commenta il leader dell’opposizione nel Consiglio comunale di Sorrento, Mario Gargiulo – quello politico è altrettanto grave: la nostra penisola sorrentina non ha nessun peso specifico nelle dinamiche di emergenza Covid e viene da anni di indebolimento sanitario. Siamo considerati un territorio di serie B, per la nostra Azienda sanitaria siamo sempre meno una priorità. E nessuno dei nostri sindaci qui in penisola, nemmeno chi per professione fa il medico, muove un dito”.
