Un primato che non può far gioire, anzi. La Campania conquista la maglia nera per il 205 nella classifica delle illegalità in mare e lungo le coste. Graduatoria redatta da Legambiente nel dossier “Mare Monstrum”. L’indagine si basa sull’elaborazione dei dati delle forze dell’ordine relativi al numero di infrazioni accertate, di persone denunciate e di sequestri per ciascuna Regione italiana. Numeri che si riferiscono a quattro categorie di illeciti: illegalità nel ciclo del cemento, inquinamento, pesca di frodo, infrazioni al Codice della Navigazione.
La Campania detiene il primato grazie a 3.110 infrazioni, pari al 16,8% del totale. Oltre otto i reati commessi ogni giorno, uno ogni 6,6 chilometri di costa. Le persone denunciate sono state 3.077, i sequestri 951. Il cemento illegale è parte estremamente significativa di questo assalto all’ambiente. L’anno scorso, infatti, quasi un reato su cinque, tra quelli legati al ciclo del cemento (19,8%), è stato accertato in Campania. Sono state 886 le infrazioni in questo particolare segmento dell’illegalità, 837 le persone arrestate o denunciate e 264 i sequestri.
“Gran parte di questi reati — si legge nel rapporto “Mare Monstrum” 2016 — è legata alla realizzazione di case, stabilimenti turistici, hotel, villaggi vacanza e altre infrastrutture private sul demanio marittimo o in aree vincolate lungo la costa”.
Criticità vengono rilevate anche sul fronte degli scarichi e del mare inquinato. La Campania primeggia con 794 infrazioni, il 17,5% del totale nazionale, 850 tra persone denunciate e arresti, 299 sequestri. Gli illeciti riguardano impianti di depurazione non a norma, scarichi non allacciati alle fognature, sversamenti di residui industriali direttamente nei corsi d’acqua e, quindi, in mare.