Il ritorno del Blasco

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L’ultima volta lo scenario era quello dello stadio Olimpico di Roma, quando sulle note di “Dici che” Vasco Rossi si era seduto sul bordo palco e una marea di accendini gli avavano dedicato l’ennesimo momento di estasi di una vita al massimo. Il destino ha voluto che il “Komandante” ripartisse sempre da un Olimpico, ma questa volta di Torino.

Inizialmente il “Kom2013” prevedeva quattro date e invece saranno sei, perché in poche ore sono stati polverizzati tutti i tagliandi. Un sold-out annunciato. Questi gli appuntamenti ufficiali del nuovo viaggio del Blasco: 9 – 10 – 15 giugno, Torino Stadio Olimpico e 22 – 23 – 26 giugno, Stadio Dall’Ara di Bologna.

Dopo l’ultimo ricovero sembrava finita. I medici gli avevano imposto di riposarsi e di chiudere al più presto la carriera, almeno quella dei concerti live negli stadi. Ma lui le regole e le imposizioni le dribbla da quando aveva vent’anni. Ed ecco l’ennesima risalita da gigante: nuovo album, nuovo tour e, soprattutto, nuovi stimoli. Sempre seguito dal suo popolo, fatto di gente comune, disposta a girare l’Italia per vederlo. La sua più grande qualità è l’attrattiva. Ritrovare ai suoi concerti persone di tutte le età, dimostra quanto questo personaggio sia diventato, negli anni, un vero e proprio simbolo.

Le sue canzoni non tramonteranno mai, perché rappresentano passaggi di vita obbligata, che ciascuno di noi, prima o poi, si trova ad affrontare.

“Siamo solo noi” è il ritmo dei 17 anni, quando i giovani mandano a quel paese i genitori, rientrano a casa tardi, vivono le prime sbronze e si sentono già grandi, o almeno credono di esserlo. Poi arriva la prima cotta seria, e le sere si passano chiusi in camera ad ascoltare “Senza parole” o “Incredibile romantica”. A un certo punto, capita nella vita che qualcuno ci lasci troppo preso e quello è il momento di “Vivere”, motivo che cantato e fischiato, aiuta a superare quegli istanti.

Le estati corrono veloci, sullo sfondo una chitarra suona un medley di “Ogni volta – Selly – Stupendo – Gli angeli”.

In un attimo ti ritrovi ad ascoltare “T’immagini” o magari “Delusa” mentre corri al lavoro, e allora ti viene in mente “Ambarabaciccicoccò”. Poi arriva lui che ti guarda incuriosito, è tuo figlio, e allora pensi che “Benvenuto” sia la canzone di quegli istanti indimenticabili. E alla fine alzi lo sguardo, e ti ritrovi lì, in mezzo ad un caos bestiale ad aspettare che torni lui. E nel frastono, fra sudore e lattine di birra finite, senti le note del pianoforte di “Albachiara”. E’ tornato, ma non canta. Alza le mani e saluta.

E in quel momento capisci che quello di Vasco Rossi è proprio “Un gran bel film”.

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