Il Comune acquisisce le stanze abusive dell’hotel del sindaco

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META. Dopo anni di polemiche arriva il provvedimento che taglia la testa al toro: il Comune acquisisce al proprio patrimonio tre stanze abusive dell’hotel “Giosuè a mare”, di cui il sindaco Giuseppe Tito è comproprietario insieme a madre, sorelle e fratelli. Un provvedimento che nasce dalla mancata esecuzione dell’ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi emessa nel gennaio 2007.

La questione, in un primo momento, ruotava intorno a cinque camere realizzate sul terrazzo di copertura. Strutture per le quali, più di dieci anni fa, il Comune di meta emise un’ordinanza di ripristino relativa a una superficie di quasi 90 metri quadrati. In seguito ad ulteriori accertamenti, però, emerse che due delle cinque stanze ritenute abusive fossero state ricavate da un locale preesistente e adibito a lavanderia. Per questo l’abuso si riduceva a tre locali di poco meno di 60 metri quadrati.

Sono questi i vani dell’albergo che sono ora destinati ad entrare a far parte del patrimonio comunale. Un provvedimento che mette la parola fine ad una querelle durata 10 anni e combattuta a suon di ricorsi e carte bollate ed approdata addirittura in Parlamento con un’interrogazione di 7 senatori del Movimento 5 Stelle ai ministri Minniti e Madia.

Adesso l’unico dubbio che rimane è cosa ne farà il Comune dei locali acquisiti. Le stanze potrebbero essere lasciate in uso all’albergo che però dovrebbe pagare una sorta di canone di locazione. Oppure essere vendute all’asta e, probabilmente, acquisite dagli stessi gestori della struttura considerato che difficilmente possano essere ritenute appetibili da altri soggetti.

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