I ragazzi accusati dello stupro si difendono: “Era consenziente”

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Davanti al Gip del Tribunale di Torre Annunziata, Antonino Fiorentino, ieri mattina gli autori del presunto stupro avvenuto nella notte tra il 27 ed il 28 luglio in una discoteca di Sorrento si sono difesi per circa un’ora, negando le accuse mosse da Elizabeth, giovane turista americana e confermate dall’amica che si trovava insieme a lei nel locale. Una brutta storia quella che vede coinvolti nel ruolo di accusati il ventenne casertano, Riccardo Capece (appartenente ad una stimata famiglia di imprenditori) e il suo amico 21enne, Francesco Franchini, ex calciatore di Serie D, avvenuta in costiera in una notte di movida estiva.

Franchini, rappresentato dagli avvocati Romolo Vignola e Paolo Dell’Aquila, si sarebbe difeso parlando di consenso da parte di Elizabeth, vittima due volte di quell’infamante reato per essere stata trascinata per la seconda volta nei bagni del locale dopo lo stupro ad opera dello stesso Franchini. Capece è accusato, invece, della sola violenza sessuale e ha chiarito il suo ruolo.

Il Gip valuterà nei prossimi giorni anche la richiesta di arresti domiciliari avanzata dai difensori con un’articolata istanza basata sulle esigenze cautelari. Sullo sfondo della vicenda emerge anche un rimpallo di accuse tra l’amica della vittima, il personale del locale, il barman e la security: la ragazza, infatti, afferma di aver chiesto aiuto a vuoto, mentre gli addetti riferiscono di aver visto una turista ubriaca.

Per chiarire questo aspetto, quindi, sono stati ulteriormente spulciati i filmati dell’impianto di videosorveglianza della discoteca. Si punta anche a capire come, dopo il primo stupro, i due giovani arrestati e detenuti ora nel carcere di Poggioreale siano riusciti ad obbligare nuovamente la vittima (a quanto pare anche lei sotto parziale effetto di qualche cocktail alcolico) ad andare con loro. La ragazza, che ha già fatto ritorno negli States con l’amica, sarebbe stata chiusa a “sandwich” fra i due giovani, tanto da non riuscire a divincolarsi o a fuggire o a chiedere aiuto.

Il quadro complessivo tratteggiato dall’accusa, sulla cui scorta è stato disposto l’arresto per la “evidente coerenza tra il racconto della vittima e della sua amica e ciò che emerge dalla prima visione dei filmati”, ritenendo “impossibile che la ragazza fosse consenziente e, vista la condotta dei due indagati, non può escludersi che possano reiterare il reato”. Da qui, la custodia cautelare in carcere per Franchini e Capece, difeso dall’avvocato Giuseppe Fusco.

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