Forestale e Wwf a caccia di bracconieri

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Siamo nel pieno della stagione venatoria e alla sede del Wwf Terre del Tirreno, dopo i recenti blitz messi a punto sulle colline della penisola sorrentina, continuano a giungere le segnalazioni dei cittadini prontamente smistate al Corpo Forestale dello Stato di Castellammare di Stabia che, coordinati dal comandante Raffaele Starace, a seguito di pattugliamenti ed operazioni di intelligence, hanno portato ad importanti risultati.

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In questi giorni infatti sono stati controllati numerosi cacciatori contestando violazioni in materia di mancata annotazione della giornata sul tesserino regionale venatorio e caccia in orario non consentito, elevando decine di sanzioni amministrative. I controlli si sono intensificati sul Monte Faito per tutelare la preziosa fauna selvatica in migrazione. In questo periodo, infatti, vi è il passo del tordo e della ricercata beccaccia che viene abbattuta con l’inganno della “posta” vietata dalla legge.

Ma i controlli continuano senza sosta anche negli altri territori: sulle montagne di Gragnano, all’alba, è stato individuato un cacciatore fuorilegge che esercitava l’attività venatoria con l’ausilio di un richiamo elettroacustico riproducente il verso del tordo. I forestali hanno proceduto al sequestro dell’arma, delle munizioni, del richiamo e alla denuncia a piede libero di G.D., di 51 anni, per esercizio della caccia con mezzi non consentiti.

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Nelle campagne di Pompei invece è stato individuato un noto trafficante di uccelli protetti. Nella sua dimora sono stati rinvenuti circa 50 cardellini detenuti illegalmente, assieme ad altre specie protette, in condizioni incompatibili con la loro natura. Gli uccelli erano pronti per essere immessi sul mercato clandestino. Il responsabile (E.T. di 67 anni) è stato denunciato per detenzione di specie particolarmente protette (ai sensi dell’art. 30 della legge n. 157/92) e maltrattamento di animali. I cardellini sequestrati, e gli altri uccelli, sono stati immediatamente rimessi in libertà.

Quello dell’uccellagione e del traffico di cardellini sono fenomeni di palese illegalità duri a morire. In questo periodo gli uccellatori si dedicano alla facile cattura dei cardellini utilizzando trappole e reti. Gli uccelli sottratti alla vita selvatica sono poi venduti in maniera clandestina agli “amatori” ed allevatori, che sono disposti a pagare anche centinaia di euro per un esemplare di cardellino dal canto melodioso: un cardellino “maestro nel canto” può essere quotato fino a 2/3000 euro

I volontari del Wwf ed i Forestali si sono specializzati nella lotta a questo fenomeno di bracconaggio, seguendo le segnalazioni dei cittadini e le proprie indagini, ogni anno organizzano controlli mirati, denunciando uccellatori e trafficanti. Purtroppo il controllo capillare e costante del territorio non è semplice a causa della vastità degli spazi da monitorare. Per il Wwf è indispensabile l’inasprimento delle sanzioni penali previste per il reato di uccellagione, che per le particolari caratteristiche di crudeltà deve essere sanzionato come delitto e non più come contravvenzione.

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Il fenomeno del bracconaggio sta crescendo in maniera impressionante. In questi ultimi mesi si sono registrati abbattimenti di diversi rapaci tra cui, oltre ad un Albanella Reale (rinvenuta in località Colli di San Pietro a Piano di Sorrento) anche uno splendido raro esemplare di Aquila Minore nel territorio di Castellamare di Stabia, che fanno riflettere sulla crescita esponenziale dei livelli di criminalità contro la natura che esiste in Campania.

“E’ assolutamente impossibile confondere un’aquila con qualsiasi altra specie cacciabile – ribadisce Claudio d’Esposito, presidente del Wwf Terre del Tirreno -. Se tali animali vengono abbattuti lo sono deliberatamente, e questo ci dovrebbe far riflettere sulla professionalità e la civiltà inesistente da parte di diverse persone che continuano ad imbracciare indebitamente e pericolosamente un’arma da fuoco, incentivati dalla scarsità di controlli repressivi e dalla certezza di restare impuniti. Spesso chi spara in modo fuorilegge lo fa per motivi economici, ma molto spesso semplicemente per il gusto di uccidere. E se è vero che il numero dei cacciatori in Italia è in calo, è anche vero che i bracconieri sono in aumento, in una sorta di controtendenza. Sembra assurdo ma proprio nel momento in cui aumenta il fenomeno del bracconaggio e dell’aggressione all’ambiente, lo Stato diminuisce e ridimensiona notevolmente le forze preposte al loro contrasto”.

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