Datteri, ricci e 1,4 tonnellate di pesci sequestrati dalla Capitaneria

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Nella mattinata odierna, dopo un’accorta e prolungata attività di intelligence del Nucleo di Polizia Giudiziaria della Guardia Costiera di Castellammare di Stabia, unitamente al personale dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Torre Annunziata, è scattata una vasta operazione a tutela della filiera della pesca che ha portato al sequestro di quasi 20 chilogrammi di datteri di mare, il cui valore sul mercato nero poteva aggirarsi in circa 2mila euro, 250 ricci di mare, nonché di 1,4 tonnellate di prodotti ittici per un valore stimato di circa 4 mila euro.

In particolare, i militari della Capitaneria di Porto, guidati dal capitano di fregata Guglielmo Cassone, hanno condotto una complessa operazione presso una delle più note ed importanti pescherie del comune di Torre Annunziata, finalizzata all’esecuzione dei controlli sull’intera filiera della pesca ed in particolar modo sul commercio dei molluschi bivalvi proprio in vista delle future festività natalizie, nonché sulle rivendite all’ingrosso e al dettaglio di prodotti freschi e congelati, oltre che alla detenzione di prodotti di cui è vietata la vendita.

L’accertamento durato diverse ore ha portato alla luce una situazione particolarmente allarmante, in quanto è emerso che diversi quintali di prodotti ittici erano privi dei requisiti minimi di tracciabilità e di conservazione del prodotto, ovvero l’esercente era pronto ad immettere sul mercato natalizio un ingente quantitativo di prodotto ittico di cui egli stesso disconosceva la provenienza e la conservazione, rischiando di creare seri danni alla salute di quegli ignari consumatori che lo avrebbero di lì a poco acquistato.

L’amministratore unico della pescheria R.G. di anni 51 è stato deferito alla locale Autorità Giudiziaria per una serie di reati tra cui spicca la detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione, la frode nell’esercizio del commercio, oltre a quelli previsti dalle recenti novità normative introdotte in materia dalla legge 154/2016 che hanno inasprito le sanzioni a carico dei colpevoli.

L’operazione di questa mattina, che rientra in una più ampia attività di indagine che la Guardia Costiera sta portando avanti nell’imminenza delle feste di Natale a tutela della salute pubblica, ha ancora una volta dimostrato il danno ambientale che si procura alla flora ed alla fauna marina nell’attività di estrazione illegale del dattero di mare, in quanto si tratta di un mollusco bivalve che cresce all’interno di buchi che scava nella roccia sott’acqua, motivo per cui per pescarli è necessario distruggere e devastare interi tratti di costa, che è bene ricordare ricadono nella splendida cornice dell’Area marina protetta di Punta Campanella.

Il comandante Guglielmo Cassone ha colto l’occasione per dichiarare che il danno ambientale alla costa derivato dalla pesca di datteri è enorme e si ripercuote non solo sul delicato ecosistema marino, ma anche sulla bellezza delle nostre coste e dei nostri fondali, in quanto per poterli “pescare” bisogna frantumare le rocce con inevitabili danni ambientali in quanto vengono impiegati anche dei martelli pneumatici particolarmente distruttivi.

Gli abituali o occasionali “consumatori” di datteri marini dovrebbero essere coscienti della gravità della loro azione e del fatto che oltre a pagare prezzi incredibilmente elevati i datteri (probabilmente oltre i 100 euro al Kg), si corrono pericoli di pesanti sanzioni e si concorre a distruggere il nostro ambiente.

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