Concordia, l’ufficiale Iaccarino: “Schettino voleva fare il passaggio ravvicinato al Giglio già la settimana prima”

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META. Deposizione del primo teste del processo sul naufragio della Costa Concordia, stamani, alla ripresa delle udienze a Grosseto: è Giovanni Iaccarino, primo ufficiale di coperta, capo guardia della nave al momento del naufragio del 13 gennaio 2012 al Giglio e diretto assistente di Francesco Schettino nelle operazioni di bordo. In totale le testimonianze del processo, in base alle liste dei testimoni proposte da accusa, difesa e parti civili, comprendono circa 1040 nominativi.



 

Giovanni Iaccarino, 50 anni, anche lui di Meta di Sorrento come Schettino, è il primo della lista dei pm di Grosseto. Fu lui che andò fisicamente ad accertarsi che sale motori e pompe di sentina erano allagati mettendo la Costa Concordia ko, e che comunicò alla plancia di comando le irreparabili avarie causate dall’urto contro gli scogli. Quanto ai 1040 nominativi complessivi delle liste testi, in parte si tratta di persone previste da più parti che potranno essere sentite anche più volte nel processo. Anche oggi Francesco Schettino, che finora non ha saltato un’udienza, è in aula a seguire il dibattimento.

Assente giustificata. La ballerina moldava Domnica Cemortan, convocata dal pubblico ministero di Grosseto per testimoniare al processo non si presenterà nè oggi nè domani in aula perche il suo bambino è ammalato. Lo ha comunicato al collegio dei giudici il suo avvocato producendo il certificato del pediatra moldavo che cura il bambino. Domnica Cemortan fa parte del gruppo di testimoni dell’accusa che accompagnavano Schettino in plancia al momento dell’impatto con gli scogli.

“Schettino voleva fare il passaggio ravvicinato al Giglio già la settimana prima. Ma non fu possibile perché non c’erano le condizioni adatte, c’era troppo mare e l’idea fu abbandonata”. Lo ha detto il testimone Giovanni Iaccarino, primo ufficiale di coperta della Costa Concordia, rispondendo al pm Leopizzi al processo. Il primo ufficiale Giovanni Iaccarino ha anche riferito che il 13 gennaio 2012 il passaggio rasente alla costa del Giglio non compariva negli avvisi ai passeggeri. Stessa cosa, ha riferito, era successa la settimana prima: “Anche quel giorno lì il passaggio non era nel programma di attività comunicato ai passeggeri ma fu deciso la sera stessa”. Entrambe le volte, quindi, Schettino chiese ai suoi ufficiali di variare la rotta andando sul Giglio la sera stessa dopo essere salpato da Civitavecchia. Iaccarino ha anche precisato che per “navigazione turistica” si intende il passaggio ravvicinato alla costa e così viene comunicata ai passeggeri. Ma non fu avvisato nè il 13 gennaio 2012, né sette giorni prima: “Il passaggio venne pianificato la sera stessa, non era nei programmi ufficiali”.



La variazione della rotta. Per fare il passaggio ravvicinato al Giglio Francesco Schettino ordinò una variazione di rotta che la sera del 13 gennaio 2012 comportò di navigare a 0,5 miglia dall’isola anziché a 5 miglia, come normalmente previsto nei programmi, al centro del canale dell’Argentario. Lo ha detto in aula il primo ufficiale di coperta Giovanni Iaccarino testimoniando al processo sul naufragio della Costa Concordia e rispondendo al pm Alessandro Leopizzi. Della nuova rotta, ha riferito ancora il teste, si fecero carico gli ufficiali a bordo, tra cui anche il cartografo Simone Canessa che la tracciò sulle carte nautiche a disposizione, tenendo anche presente l’ordine di dover chiamare il comandante, che si sarebbe recato a cena in uno dei ristoranti della nave, appena la nave fosse nei pressi dell’isola.
 
La ricostruzione dell’incidente nel video girato sulla nave gemella. “Scesi ai ponti inferiori e di corsa feci i controlli in sala macchine. Vidi che i generatori diesel 1, 2 e 3, la centrale elettrica e i Pem, i propulsori elettrici della nave, alimentati dai generatori a diesel, erano allagati. Dentro di me ebbi la sensazione che la nave era persa. Dissi la situazione per telefono a Canessa, l’avrebbe detto al comandante. La situazione era grave”. Lo dice il testimone Giovanni Iaccarino nel video che i pm stanno presentando al processo relativo a un sopralluogo sulla nave gemella Costa Serena dove l’ufficiale ricostruì, con gli stessi pm, le varie fasi del naufragio, prima e dopo l’urto. I controlli furono fatti undici minuti dopo l’urto. “Fu il comandante in seconda Bosio a dirmi di andare a vedere sotto – ha detto Iaccarino -, Schettino credo che non si oppose, se no non ci sarei andato”. Iaccarino nella sua frenetica ispezione in sala comando macchine e nei compartimenti vicini vide che “dall’altra parte” delle paratie “c’era il mare” e si convinse che anche “i generatori diesel 4, 5 e 6 erano allagati” e perduti. Mentre l’ufficiale scendeva i ponti “ci fu un blackout, c’erano solo luci di emergenza”. “L’acqua saliva” senza fermarsi, ha detto ancora Iaccarino nel video, dove ai pm indica i vari punti ispezionati circa 11 minuti dopo l’urto contro gli scogli. “L’acqua continua a salire”, diceva Iaccarino al comandante in seconda Bosio, questo raggiunto via radio. Iaccarino nel video ricorda di aver però sentito un annuncio tranquillizzante. L’annuncio fu diramato a bordo alle 22.04

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