Autisti in agitazione, stop alla Eavbus

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Nuovo blocco per i pullman della Eavbus. Questa volta, però, non è a causa della mancanza di carburante, come già avvenuto più volte nelle ultime settimane, ma per la protesta dei lavoratori. «Siamo ridotti senza soldi e con mutui e bollette da pagare: che Natale possiamo fare in queste condizioni». È un autentico coro di lamentele quello che si solleva dai depositi dell’azienda sparsi per la Provincia di Napoli.

Il personale della Eavbus non percepisce uno stipendio regolare dallo scorso mese di settembre. Le buste paga di ottobre sono state bloccate con l’avvio della procedura fallimentare ed a novembre i dipendenti hanno ricevuto solo un acconto per cifre variabili tra gli 800 ed i 1200 euro. «Ora – spiega Giuseppe De Rosa, della Fit-Cisl – contavamo che la curatela fallimentare sbloccasse i fondi per le retribuzioni di dicembre, invece c’è stata una fumata nera. Ciò significa niente tredicesime, mentre ci è stato assicurato che dovremmo ricevere solo un altro acconto, il quale, in questo caso, non supererà i 500 od i 600 euro».

Una situazione difficile da fronteggiare, resa ancora più insostenibile dall’imminenza delle festività natalizie. Ed a niente è valso anche il passaggio di mano societario, con il settore del trasporto pubblico ceduto in comodato d’uso per due mesi dalla Eavbus alla Eav Holding, per aggirare gli ostacoli imposti dalla procedura fallimentare in corso. «La maggior parte di noi ha sottoscritto un mutuo – aggiunge De Rosa -, altri hanno ottenuto prestiti in cambio della cessione del quinto dello stipendio. Debiti che non possiamo onorare ed in tanti già si ritrovano nel registro dei cattivi pagatori. Come se tutto ciò non bastasse siamo a Natale: come potranno essere queste feste per le nostre famiglie? Cosa diremo ai nostri figli che non riceveranno i regali?». Domande alle quali dovrebbero rispondere i vertici dell’azienda ed anche i politici, considerato che sia la Eavbus che la Eav Holding sono interamente a capitale pubblico.

Per questa serie di motivi i dipendenti dell’azienda di trasporti hanno deciso di incrociare le braccia. La protesta è partita ieri sera dal compartimento di Agnano, per poi interessare tutte le altre aree della Provincia partenopea. Così questa mattina gli automezzi sono rimasti fermi nei depositi presidiati dagli autisti. Sia a Napoli, dove oltre che ad Agnano, il servizio è stato sospeso anche nell’autorimessa di via Galileo Ferraris, che in Provincia. Da Ischia a Comiziano (da dove partono i mezzi che svolgono il servizio nel nolano), da Torre Annunziata a Sorrento, passando per Castellammare di Stabia. Il blocco del servizio, ovviamente, ha avuto pesanti ripercussioni, provocando disagi in tutto il napoletano. Come già avvenuto troppe volte nel recente passato, migliaia di persone sono rimaste vanamente in attesa alle fermate. Soprattutto pendolari e studenti che si sono trovati nell’impossibilità di raggiungere il proprio posto di lavoro o gli istituti scolastici. E la situazione non sembra destinata a migliorare in tempi brevi. «A questo punto – annuncia il sindacalista della Fit-Cisl – non intendiamo fare passi indietro: se non riceviamo un segnale chiaro e tangibile dalla dirigenza aziendale, sarà stop ad oltranza». Il che vuol dire «se non ci pagano, non siamo intenzionati a riprendere il servizio».

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