PIANO DI SORRENTO. La Corte di Cassazione stabilisce che Salvatore Langellotto entrò e si affermò nel mercato del calcestruzzo con l’appoggio del clan camorristico degli Esposito. Il 45enne imprenditore è stato condannato in via definitiva a 4 anni e 6 mesi di reclusione per illecita concorrenza aggravata dal metodo mafioso e concorso esterno in associazione mafiosa. Ieri si è costituito nel carcere di Terni.
Secondo i giudici Langellotto, originario di Castellammare di Stabia ma titolare di un’impresa di costruzioni con sede a Piano di Sorrento, quando decide di ampliare il proprio giro di affari nel mercato del cemento si rivolge al clan Esposito di Santa Maria la Carità. I camorristi obbligano tre imprenditori dell’area stabiese, attivi nel settore dell’edilizia privata, ad acquistare cemento esclusivamente da Langellotto. In cambio, sempre secondo la ricostruzione ipotizzata dalla Procura generale e confermata dalla Cassazione, l’imprenditore versa al clan una cifra pari al 2-3 per cento del valore delle forniture.