Appello del Wwf: “Stop ai botti di Capodanno”

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Ogni anno sono sempre di più i sindaci delle città che cercano di contrastare i botti di Capodanno, con apposite ordinanze che bandiscono questa pericolosa usanza per privilegiare la sicurezza e dare un chiaro segnale di attenzione verso il mondo degli animali.

Quest’anno in provincia di Napoli, è partita, da San Giorgio a Cremano la campagna contro l’uso illegale di botti pericolosi, con un’attenzione particolare agli animali a quattro zampe: dal 19 dicembre 2016 all’11 gennaio 2017, secondo quanto prevede un’ordinanza del sindaco, è proibita l’esplosione in luogo pubblico, su tutto il territorio, di prodotti pirotecnici pericolosi con lo slogan: “A Capodanno accendi il tuo cuore, non spegnere la tua vita”.

Anche il sindaco di Casandrino è contro i botti: “Siamo nella terra dei fuochi – ha dichiarato – che nel periodo di dicembre diventa terra di fuochi d’artifici”. In alcune città, come Cortina d’Ampezzo, i fuochi d’artificio sono proibiti non solo per Capodanno, ma per le ricorrenze e le festività durante tutto l’arco dei 12 mesi.

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Nelle ordinanze si vieta “l’accensione ed i lanci di fuochi d’artificio, lo sparo di petardi, lo scoppio di mortaretti, razzi ed altri artifici pirotecnici in tutte le vie, piazze o aree pubbliche dove transitano o siano presenti delle persone” in considerazione degli “oggettivi pericoli per le persone, dei rumori molesti causa di disagio e oggetto di lamentele da parte di molti cittadini e del fatto che botti, petardi e fuochi sono causa di stress, morte, ferimenti e traumi per cani, gatti, animali domestici ed uccelli”.

“Ora tocca ai sindaci della penisola sorrentina (Sorrento in primis) – dichiara Claudio d’Esposito, presidente del Wwf Terre del Tirreno – dare un segno di civiltà. Un numero sempre crescente di persone ci segnala ogni anno i gravi disagi e le sofferenze patite dai loro animali, che al rumore dei fuochi di capodanno impazziscono e corrono il rischio di subire gravi conseguenze. I fuochi artificiali sono infatti causa di morte, ferimenti e traumi per animali domestici e selvatici.

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Ma sebbene in molti oramai sanno che l’esplosione dei botti produce effetti collaterali agli animali, e anche agli umani, tuttavia in pochi vogliono rinunciare a questa biasimevole tradizione. Ma c’è dell’altro che in tanti ancora ignorano: la quantità di veleni diffusi nell’aria dall’esplosione di fuochi è particolarmente nociva, contenendo valori non trascurabili di potassio, stronzio, bario, magnesio, alluminio, zolfo, titanio, manganese, rame, cromo e piombo. Alcuni studi provano come la notte di Capodanno si registri un inquinamento dell’aria, con particolare riferimento alle polveri sottili, superiore a quello dell’attività di un anno di numerosi inceneritori.

Il danno è amplificato proprio dalla simultaneità dell’evento, quando l’intero territorio è “bersagliato” da esplosioni pirotecniche. Ci sono tradizioni che è giusto conservare, altre sulle quali è preferibile far cadere l’oblio. Sappiamo che serve coraggio, ma bisogna iniziare a dare l’esempio. Proviamo a sostituire i botti con delle più poetiche e pacifiche lanterne a cui affidare i propri desideri e gli auspici per l’anno che sta per cominciare e, magari, devolviamo in beneficienza e alle associazioni i soldi risparmiati. L’ultimo giorno dell’anno potrà di sicuro essere rallegrato da spettacoli dal vivo e buona musica, ma niente botti.”

Si stima che ogni anno in Italia almeno 5.000 animali muoiano a causa dei botti di fine anno. Di questi circa l’80% sono animali selvatici, soprattutto uccelli, tra i quali non mancano casi di rapaci, che spaventati perdono il senso dell’orientamento ed effettuano una fuga istintiva rischiando di colpire un ostacolo a causa della scarsa visibilità. Altri abbandonano il loro dormitorio invernale (alberi, siepi e tetti delle case), vagano al buio alla cieca anche per chilometri, e non trovando altro rifugio muoiono per il freddo a causa dell’improvviso dispendio energetico a cui sono costretti in una stagione caratterizzata dalla scarsità di cibo che ne riduce l’autonomia.

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A ciò va aggiunto anche lo stress indotto dai botti, anch’esso causa di morte frequente. Nei gatti, e soprattutto nei cani, un botto crea stress e spavento da indurli a fuggire dai propri giardini e recinti, per scappare dal rumore a loro insopportabile, finendo spesso vittime del traffico o di ostacoli non visibili al buio.

Ciò è dovuto in particolare alla loro soglia uditiva infinitamente più sviluppata e sensibile di quella umana. L’uomo ha un udito con una percezione compresa tra le frequenze denominate infrasuoni, intorno ai 15 hertz, e quelle denominate ultrasuoni, sopra i 15.000 hertz. Cani e gatti, invece, hanno facoltà uditive di gran lunga superiori: il cane fino a circa 60.000 hertz mentre il gatto fino a 70.000 hertz. Negli animali degli allevamenti come mucche, cavalli e conigli, le conseguenze delle esplosioni possono provocare nelle femmine gravide addirittura l’aborto da trauma da spavento.

“Non utilizzare i botti sarà un segno di civiltà e sensibilità anche nei confronti di tutti gli operatori, in particolar modo i vigili del fuoco, che il primo dell’anno devono intervenire per operazioni di soccorso di animali rifugiatisi in ogni dove, per non parlare dei gravi incidenti provocati alle stesse persone. Non va dimenticato che le forze dell’ordine possono applicare nei confronti di tutti l’articolo 703 del Codice Penale, che recita: “Chiunque, senza la licenza dell’Autorità, in un luogo abitato o nelle sue adiacenze, o lungo una pubblica via o in direzione di essa (…) accende fuochi d’artificio, o lancia razzi (…), o in genere, fa accensioni o esplosioni pericolose, è punito con l’ammenda fino a 103 euro, se il fatto è commesso in un luogo ove sia adunanza o concorso di persone, la pena è dell’arresto fino a un mese”.

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