Ancora alberi abbattuti a Sorrento, denuncia Wwf

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SORRENTO. Le motoseghe non si fermano neanche in piena emergenza Covid-19. E così a Sorrento si abbattono altri due alberi che erano parte integrante del paesaggio cittadino. Cicrcostanza che provoca la nuova levata di scudi del Wwf Terre del Tirreno.

Di seguito la nota dell’associazione ambientalista:

Mentre l’intera nazione è presa dall’emergenza Coronavirus, che ha come conseguenza proprio gravi complicazioni polmonari, a Sorrento ci si dimentica, ancora una volta, che se respiriamo lo dobbiamo ai nostri amici alberi. Ma che l’apporto fondamentale alla qualità dell’aria sia garantito dal mondo vegetale e dai suoi massimi rappresentanti, gli alberi per l’appunto, pare non essere ancora entrato nella mente di taluni sorrentini visto l’accanimento e l’intolleranza mostrata nei confronti degli esemplari arborei in città.

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È accaduto questa mattina nuovamente a Sorrento, nell’area a verde di un condominio in via degli Aranci n° 21 quando, in deroga ad ogni necessità di rimanere a casa, una squadra di solerti operai si è affrettata di buon’ora a raggiungere la città per eliminare quelli che, secondo le conclusioni della perizia agronomica della dottoressa Elena De Marco (ben nota al Wwf per le centinaia di sentenze a morte emesse nei confronti di alberi giudicati malati o pericolosi), erano due Cedri con “prospettive future gravemente compromesse” da abbattere. Assieme ai due cedri si è proceduto anche a capitozzare violentemente un bellissimo esemplare di eucalipto con una circonferenza di oltre due metri.

Allertati dai cittadini, il Wwf Terre del Tirreno, consapevole che il patrimonio arboreo comunale costituisce un irrinunciabile e irripetibile polmone vitale per le popolazioni locali ed un elemento indiscutibile del paesaggio, aveva prodotto una articolata diffida per evitare l’abbattimento degli alberi. Ma stavolta l’amministratore condominiale ha giocato d’anticipo.

I due cedri posti al confine della proprietà, con una circonferenza di 1,50 e 1,65 metri ed oltre 60 anni di età, erano esemplari importanti perché sopravvissuti in un’area urbanizzata e facevano ormai parte integrante della geografia dei luoghi. I cedri godevano di ottima salute e non presentavano alcun fattore di degrado naturale o segno sospetto di infezioni fungine o parassitarie.

Gli alberi erano impiantati sull’asse est-ovest, per cui non creavano alcun problema di ombra proiettata sulla facciata dell’edificio e alle finestre del palazzo. Piacevole era l’odore aromatico resinoso tipico delle conifere. Aldilà dell’indubbio valore estetico-paesaggistico, e alla notevole frescura che procuravano nelle calde giornate assolate, c’è da sottolineare il ruolo fondamentale che le piante in questione investivano nella purificazione dell’aria dall’inquinamento atmosferico da gas di scarico e particelle dannose alla salute (causa di allergie, patologie asmatiche, tumori), proprio in un punto vicino ad una arteria stradale a traffico intenso, oltre a fungere da barriera naturale attutendo i fastidiosi rumori della strada, contribuendo, nello stesso tempo, a schermare parzialmente alla vista gli antiestetici elementi dell’edificio che mal s’addicono al decoro della città di Sorrento (verande di chiusura dei balconi, infissi in alluminio anodizzato, intonaci in disfacimento, cavi elettrici esterni, antenne sui tetti, ecc.) offrendo un po’ di privacy agli abitanti dell’edificio che sapevano apprezzarla. Infine quegli alberi aumentavano il valore immobiliare di mercato delle stesse case (si stima nell’ordine dal 7 al 15%).

A seguito di lavori edili di ristrutturazione e consolidamento del fabbricato veniva effettuato uno scavo perimetrale al confine con l’edificio ed alla base degli stessi alberi. A tale proposito l’amministrazione commissionava una relazione tecnica all’agronoma Elena De Marco che suggeriva modalità e prescrizioni d’intervento per non danneggiare l’apparato radicale degli alberi, oltre ad una serie di corretti accorgimenti agronomici per l’allocazione della pavimentazione ed il ripristino delle aiuole.

Tuttavia tali operazioni di scavo venivano condotte in totale dispregio delle “raccomandazioni agronomiche” fornite dalla dottoressa De Marco, e dello stesso Regolamento per la Tutela del Patrimonio Arboreo vigente nella città di Sorrento, che prescrive distanze e modalità di intervento nei pressi delle alberature.

A tal punto l’amministrazione condominiale commissionava una nuova perizia sempre alla dottoressa De Marco che, stavolta, giustificava l’operato “maldestro” della ditta esecutrice dei lavori, ovvero l’impossibilità della stessa, per “ragioni di spazio e di sicurezza progettuale”, a rispettare le raccomandazioni oggetto della sua stessa prima relazione.

Nella nuova relazione tecnica l’agronoma accertava la situazione fitosanitaria degli esemplari arborei e la loro stabilità meccanica dopo i lavori di scavo effettuati, sottolineando come fossero state tagliate radici con diametro di 5 centimetri e altre più grosse (fino a 20 centimetri), concludendo con la necessità di effettuare una potatura di contenimento della chioma dell’eucalipto e con la prescrizione dell’abbattimento dei due esemplari di cedro.

Ma il Wwf da un sopralluogo effettuato con i suoi esperti durante i lavori, e dalla visione della stessa documentazione fotografica allegata alla perizia, aveva dedotto che i danni arrecati all’apparato radicale dei due cedri erano assolutamente limitati ed interessanti solo una piccola parte dei fittoni superficiali, ovvero una ridotta sezione dell’intero apparato fascicolare, si ipotizza, nell’ordine del 4%.

“Il taglio delle radici – dichiara Claudio d’Esposito presidente del Wwf Terre del Tirreno – ha interessato radici fascicolate secondarie di piccolo diametro e non ha interessato l’apparato radicale di sostegno della pianta che si sviluppa in profondità e all’interno della proiezione della sua chioma al suolo. Inoltre non vi è prova, né risulta dimostrata la circostanza, descritta in perizia, che siano state recise radici fino a 20 centimetri di diametro. Di tali radici non si è osservata alcuna presenza negli scavi né risulta prodotta alcuna valida documentazione a riguardo. La tutela della pubblica e privata incolumità ha un’importanza prioritaria ma nel caso in questione, come in tanti altri casi in cui si decide troppo frettolosamente di togliere gli alberi nell’intento di eliminare quello che è ritenuto un problema, non ci apparivano sussistere le condizioni di pericolo imminente da giustificare la richiesta drastica e irreversibile di abbattimento”.

Il Wwf ha segnalato il taglio alle autorità competenti, denunciando l’ennesimo ingiustificato e grave attentato al patrimonio arboreo e al paesaggio del Comune di Sorrento chiedendo, ai sensi dell’art.146 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio – D.lgs. 22/01/04 n°42, la verifica della sussistenza di tutte le autorizzazioni richieste dagli enti sovraordinati preposti al taglio delle piante e l’individuazione di ogni eventuale responsabilità civile o penale.

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