Abbandonata all’incuria la tomba di chi realizzò l’ospedale di Sorrento

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SORRENTO. Arrivi in via Traversa San Renato, entri dal cancello e capisci subito che il cimitero non è all’altezza della fama della città. Guardando in giro si notano mura pericolanti e transenne che bloccano l’accesso ad alcune aree giudicate a rischio. È così che appare la dimora di coloro che hanno intrapreso l’ultimo viaggio.

Ma se assistere a quello spettacolo degradante è di per sé uno schiaffo per i familiari dei defunti, guardando con più attenzione si notano particolari da far rabbrividire. È il caso della cappella – almeno di ciò che ne resta – dove sono ospitate le spoglie delle due sorelle De Gennaro. Si trova all’altezza del cappellone centrale e la si intravede a sinistra una volta saliti le scale. Un loculo che fino ad una ventina d’anni fa appariva sfarzoso e che ora è ridotto ad un cumulo di macerie. Motivo? Il raid di un gruppo di ladri che, nel tentativo di portare via i rivestimenti in marmo, hanno finito con il radere al suolo la struttura.

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A questo punto viene naturale chiedersi perché in tanto degrado ed abbandono sia rimarchevole la situazione di quella singola tomba. Perché quello sfacelo è uno schiaffo alla memoria di persone che hanno fatto tanto per la città di Sorrento: le due sorelle De Gennaro. Non è dato sapere quali fossero i loro nomi di battesimo ed anche quello del marito di una delle due – l’altra era nubile – però una cosa è certa, sono i benefattori grazie ai quali è stato possibile edificare l’ospedale Santa Maria della Misericordia così come lo vediamo oggi.

L’uomo, infatti, morì per primo e, non avendo figli, lascio come eredi universali di un considerevole patrimonio la moglie e la sorella di questa, a patto che tutti i beni, alla loro morte, andassero a favore dell’ospedale civile di Sorrento. Quando ciò avvenne, poiché gli enti ospedalieri e, successivamente, le Usl non godevano di personalità giuridica, le proprietà vennero affidate al Comune che li avrebbe amministrati. I cespiti vennero quasi tutti venduti e con il ricavato si realizzò l’attuale complesso ospedaliero di Sorrento, dislocato su sei livelli, al posto di quello precedente che era poco più di un ambulatorio.

Per dare un’idea del valore del lascito basti sottolineare che una parte dell’eredità, un palazzo che sorge sul corso Italia, non è stato venduto in quanto quei soldi rappresentavano un surplus rispetto al necessario. Quindi, nonostante il consistente lascito ereditario, che ha garantito prestazioni sanitarie all’altezza all’intera popolazione della penisola sorrentina, la tomba delle sorelle De Gennaro continua a versare in uno stato di totale abbandono. Poiché fu il Comune a farsi carico dell’operazione di vendita dei beni e del successivo ampliamento dell’ospedale – peraltro conservando la proprietà del palazzo del corso Italia che invece sarebbe poi dovuto passare nelle mani dell’Asl – si ritiene che spetti all’ente di piazza Sant’Antonino procedere alla riqualificazione della cappella e donare degna sepoltura a tali benefattrici. Si spera che l’invito venga raccolto dall’amministrazione comunale e che dopo oltre vent’anni il nicchiario delle sorelle De Gennaro acquisti un aspetto quantomeno decente.

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